I campioni nascono in classe - dai banchi alle Olimpiadi

19.11.2012 15:19

 

"Fenomeno Matteotti":l'importanza dello sport per insegnare a superare i limiti. L'istituto che ha conquistato più gare nazionali ha appena ottenuto un altro podio.

Dieci anni di traguardi, emozioni e vittorie. Dieci anni di sudore, fatica, ma anche di delusioni e sconfitte che sono servite per crescere. Da Torino a Roma, fino alle Olimpiadi di Londra, la scuola media Matteotti di corso Sicilia è l’istituto che in Italia ha partecipato a più gare nazionali, conquistando oro, argento, e salendo di nuovo pochi giorni fa sul podio di un confronto fra tutte le specialità tra 120 scuole di Torino e provincia.

Dieci anni di successi, da quando un giorno nel 1998 la professoressa di educazione fisica Sandra Destefanis decise che, da quel momento, la scuola avrebbe partecipato a tutte le gare possibili per insegnare ai ragazzi il valore positivo dell’agonismo. E oggi, la Matteotti vanta non solo un palmarès di tutto rispetto, ma può raccontare che dai suoi banchi si sono appassionati allo sport allievi e allieve campioni italiani e olimpionici. Tra loro, Alessia Orla, triatleta italiana alle Olimpiadi di Singapore; Chiara Boggiatto, nuotatrice pluriolimpionica; il fratello Alessio, campione mondiale sempre di nuoto; Federico Tontodonati, campione italiano di marcia, e Clara Giai Pron, fra gli atleti del K1 slalom alle ultime Olimpiadi di Londra.

 

Campioni nati sui banchi. Quando ancora alla «Matteotti» non esisteva una biblioteca di istituto, quando i computer erano soltanto due e nessuno alunno aveva ancora il cellulare, la scuola di corso Sicilia aveva già una telecamera da 20 chili per riprendere i primi successi di gara. Nel 2012, l’eredità della professoressa Destefanis è raccolta e portata avanti dai professori Cristian Ciamporcero, Angela Baratta, Maria Oprandi e Giorgio Griseri. «Attraverso l’agonismo - dice il professor Griseri - i ragazzi si misurano e si confrontano con gli altri e con se stessi. Soprattutto, imparano la sconfitta. Perché non è vero, come ci dicono sovente i genitori, che “mio figlio non ama la competizione”. I ragazzi hanno paura di perdere».

 

Nel ’98 le sfide ai Giochi della Gioventù erano a pallavolo, basket, baseball e nuoto. La Matteotti si classificò quasi subito alle finali nazionali di pallanuoto, disputate a Genova. Oggi le discipline sono dodici, con in più l’arrampicata, canoa, triathlon e biathlon, palla-tamburello, corsa campestre, atletica, orienteering e hitball.

In classe, il primo insegnamento è ad amare lo sport. Qualsiasi sport. Anche solo camminare o correre è meglio di un pomeriggio alla Play Station senza moto. Passione e abilità verranno forse poi, e - per alcuni - faranno il resto: «Molti dei nostri studenti - sottolinea la professoressa Baratta - grazie allo sport hanno modellato la propria personalità e hanno avuto benefici persino sul rendimento scolastico». È il potere della sfida con sé stessi, che è molto più di un traguardo in pista, del podio, e dell’applauso per la vittoria.

 

Alla Matteotti, l’importanza dello sport è un assunto, prima che una regola condivisa da tutti gli insegnanti e dalla preside, sempre presente alle premiazioni. «Nessun insegnante - dice il professor Griseri - direbbe mai al collega di educazione fisica: “Mi porti via un allievo per partecipare a una gara”». Lo spirito di squadra è lo spirito stesso dell’istituto. La vera sfida comune. Di più: «Non è raro che gli alunni più bravi in educazione fisica diventino tutor di chi ha più difficoltà». Per qualcuno è lo stimolo a non abbattersi, per altri l’opportunità di condividere.

 

Le fotografie nell’atrio della scuola e in presidenza raccontano un decennio di vittorie in una manciata di scatti. La fatica ricambiata da una vittoria. Una coppa tenuta stretta in mano e una maglietta con la scritta Matteotti.

Non è l’unica scuola a far crescere campioni dai banchi. Non è la sola a credere nel valore pulito dello sport. San Salvario e Borgo Po sono ai vertici dello sport scolastico provinciale, piazzando ben tre scuole (Matteotti, Nievo e Manzoni) nei primi quattro posti della graduatoria. Ma alla «Matteotti» sono così, col gusto della sfida e del cronometro nel Dna. E con una sfilza di primati che dimostra che ogni traguardo ha un limite che si può superare. In palestra come alle Olimpiadi.

 

Marco Accossato

 

"La Stampa", giovedì 15 novembre 2012, pag.77."Fenomeno Matteotti":l'importanza dello sport per insegnare a superare i limiti. L'istituto che ha conquistato più gare nazionali ha appena ottenuto un altro podio.

Dieci anni di traguardi, emozioni e vittorie. Dieci anni di sudore, fatica, ma anche di delusioni e sconfitte che sono servite per crescere. Da Torino a Roma, fino alle Olimpiadi di Londra, la scuola media Matteotti di corso Sicilia è l’istituto che in Italia ha partecipato a più gare nazionali, conquistando oro, argento, e salendo di nuovo pochi giorni fa sul podio di un confronto fra tutte le specialità tra 120 scuole di Torino e provincia.

Dieci anni di successi, da quando un giorno nel 1998 la professoressa di educazione fisica Sandra Destefanis decise che, da quel momento, la scuola avrebbe partecipato a tutte le gare possibili per insegnare ai ragazzi il valore positivo dell’agonismo. E oggi, la Matteotti vanta non solo un palmarès di tutto rispetto, ma può raccontare che dai suoi banchi si sono appassionati allo sport allievi e allieve campioni italiani e olimpionici. Tra loro, Alessia Orla, triatleta italiana alle Olimpiadi di Singapore; Chiara Boggiatto, nuotatrice pluriolimpionica; il fratello Alessio, campione mondiale sempre di nuoto; Federico Tontodonati, campione italiano di marcia, e Clara Giai Pron, fra gli atleti del K1 slalom alle ultime Olimpiadi di Londra.

 

Campioni nati sui banchi. Quando ancora alla «Matteotti» non esisteva una biblioteca di istituto, quando i computer erano soltanto due e nessuno alunno aveva ancora il cellulare, la scuola di corso Sicilia aveva già una telecamera da 20 chili per riprendere i primi successi di gara. Nel 2012, l’eredità della professoressa Destefanis è raccolta e portata avanti dai professori Cristian Ciamporcero, Angela Baratta, Maria Oprandi e Giorgio Griseri. «Attraverso l’agonismo - dice il professor Griseri - i ragazzi si misurano e si confrontano con gli altri e con se stessi. Soprattutto, imparano la sconfitta. Perché non è vero, come ci dicono sovente i genitori, che “mio figlio non ama la competizione”. I ragazzi hanno paura di perdere».

 

Nel ’98 le sfide ai Giochi della Gioventù erano a pallavolo, basket, baseball e nuoto. La Matteotti si classificò quasi subito alle finali nazionali di pallanuoto, disputate a Genova. Oggi le discipline sono dodici, con in più l’arrampicata, canoa, triathlon e biathlon, palla-tamburello, corsa campestre, atletica, orienteering e hitball.

In classe, il primo insegnamento è ad amare lo sport. Qualsiasi sport. Anche solo camminare o correre è meglio di un pomeriggio alla Play Station senza moto. Passione e abilità verranno forse poi, e - per alcuni - faranno il resto: «Molti dei nostri studenti - sottolinea la professoressa Baratta - grazie allo sport hanno modellato la propria personalità e hanno avuto benefici persino sul rendimento scolastico». È il potere della sfida con sé stessi, che è molto più di un traguardo in pista, del podio, e dell’applauso per la vittoria.

 

Alla Matteotti, l’importanza dello sport è un assunto, prima che una regola condivisa da tutti gli insegnanti e dalla preside, sempre presente alle premiazioni. «Nessun insegnante - dice il professor Griseri - direbbe mai al collega di educazione fisica: “Mi porti via un allievo per partecipare a una gara”». Lo spirito di squadra è lo spirito stesso dell’istituto. La vera sfida comune. Di più: «Non è raro che gli alunni più bravi in educazione fisica diventino tutor di chi ha più difficoltà». Per qualcuno è lo stimolo a non abbattersi, per altri l’opportunità di condividere.

 

Le fotografie nell’atrio della scuola e in presidenza raccontano un decennio di vittorie in una manciata di scatti. La fatica ricambiata da una vittoria. Una coppa tenuta stretta in mano e una maglietta con la scritta Matteotti.

Non è l’unica scuola a far crescere campioni dai banchi. Non è la sola a credere nel valore pulito dello sport. San Salvario e Borgo Po sono ai vertici dello sport scolastico provinciale, piazzando ben tre scuole (Matteotti, Nievo e Manzoni) nei primi quattro posti della graduatoria. Ma alla «Matteotti» sono così, col gusto della sfida e del cronometro nel Dna. E con una sfilza di primati che dimostra che ogni traguardo ha un limite che si può superare. In palestra come alle Olimpiadi.

 

Marco Accossato

 

"La Stampa", giovedì 15 novembre 2012, pag.77.